DENTIFRICIO FAI DA TE. 3 VOLTE NO.

29 Novembre 2019
dentifrici fai da te

La magia è chimica. La chimica può fare magie. Ma bisogna conoscerla per farle accadere. Io le lascio fare a chi la chimica la conosce.

Perché dico no:

  1. Usando un dentifricio fai da te devo per forza rinunciare a nutrire il dente. Le sostanze in grado di farlo sono il calcio e il fosfato, l’idrossiapatite, il fluoro. Ma anche volendo mettercele nel dentifricio fatto in casa –al di là che non la vedo una cosa fattibile- così come sono, il dente non se ne fa nulla.
  2. Che abbondano nei dentifrici fai da te sono gli abrasivi. Non formulati specificatamente per rapportarsi con lo smalto, un tessuto che può graffiarsi definitivamente. A volte ci sono pure sostanze acide: veleno per i denti.
  3. Naturale non è sinonimo di sicuro per la salute. Anche sostanze di origine naturale possono essere o contenere molecole tossiche, più tossiche della molecola di sintesi che si vuole sostituire.

­­Gli ingredienti dei dentifrici homemade: gli abrasivi fanno da padrone.

Sono andata a leggermi le ricette dei dentifrici fai da te. Questi gli ingredienti che compaiono nei vari intrugli, che ho suddiviso per categoria:

  • ABRASIVI: Argilla verde, Argilla bianca, Caolino, Bicarbonato di sodio, Sale da cucina.
  • ACIDI (pH<7): Acqua ossigenata (pH 6,2), Succo di limone (pH tra 2,3 e 2,5), Polpa di fragole (pH 3,3).
  • UMETTANTI, DETERGENTI E EMULSIONANTI: Sapone di Marsiglia, Olio di cocco, Olio di mandorle, Glicerina, Acqua.
  • ALTRO: Piante aromatiche, Oli essenziali, Chiodi di garofano.

Questi ingredienti sono miscelati a formare una pasta, altre volte a formare una polvere.

I dentifrici in polvere contengono un 95% di abrasivi (contro un 20-40% di un dentifricio in tubetto non-fai-da-te). Sono percentuali molto alte, ma il dato che sembra influenzare di più l’aggressività sui denti, più della quantità, è il tipo di abrasivo e la sua lavorazione, che nei dentifrici fatti in casa non può di certo essere controllata.

Ti faccio un esempio. Il Parodontax contiene bicarbonato di sodio, come la stragrande maggioranza dei dentifrici fai da te. Ma il bicarbonato nel Parodontax è stato micronizzato: è stata cambiata la forma dei cristalli al fine di renderlo minimamente abrasivo. Il bicarbonato che compriamo al supermercato non subisce questo trattamento. Questo per dire che lo stesso abrasivo, in preparazioni farmacologiche o commerciali diverse, ha un’azione abrasiva diversa. Dipende da come è stato lavorato.

Considerando che il peggiore nemico dello smalto dei denti, dopo l’ACIDO, è l’ABRASIVO direi che c’è da andare molto cauti nell’uso di certi ingredienti. Non ci dà seconde possibilità lo smalto.

Spendo meno, ma spendo di più.

Nei dentifrici fai da te ci sono le molecole che graffiano lo smalto, non ci sono quelle che lo nutrono.

Il problema è che non possiamo neanche provare a compensare la perdita di smalto inserendoci le molecole che ci aiutano a remineralizzare il dente (calcio e fosfato, idrossiapatite, fluoro), perché bisogna fare i conti con il fenomeno chiamato BIODISPONIBILITA’. La molecola dev’essere capace di arrivare dove serve in quantità utili e essere in grado di interagire con lo smalto. Un principio attivo singolo difficilmente ci riesce se non inserito in preparazioni studiate per ottenere questo risultato.

Il risparmio del usare ingredienti che si hanno in casa per farsi il dentifricio è solo apparente. Poi si paga con gli interessi quando si sono danneggiati i denti.

Naturale non vuol dire senza chimica.

Penso sia evidente la necessità di rivedere i nostri consumi e di considerare l’impatto delle nostre scelte sull’ambiente in cui viviamo.

Ma penso anche che il muscolo che più che mai dobbiamo allenare oggi è la capacità di filtrare e pesare le informazioni che passano. Siamo immersi quotidianamente in notizie e allarmismi di ogni genere e natura. E’ necessario sviluppare un forte senso critico.

Scegliere di farsi un dentifricio in casa per evitare ingredienti tossici o frutto di processi industriali è un messaggio che passa spesso, ma non è un motivo valido.

Se c’è anche solo il sospetto che un ingrediente sia tossico, per legge, viene sospeso l’utilizzo e la commercializzazione fino a prova contraria.

Alcuni ingredienti sono tossici solo a determinate dosi, il che non vuol dire che è meglio evitarli in assoluto, ma che vanno utilizzati rispettando le dosi indicate. E’ il caso del fluoro per esempio. Perdiamo una grossa opportunità eliminandolo del tutto per paura degli effetti tossici.

E poi attenzione: naturale non vuol dire non tossico. Ci sono ingredienti naturali, usati in sostituzione a ingredienti di sintesi, che sono tossici. Mi viene in mente l’estratto di semi di pompelmo, usato come conservante al posto dei parabeni che oltre a contenere esso stesso dei parabeni al suo interno contiene anche altre molecole di dubbia e accertata tossicità.

Ma nell’immaginario comune gli estratti sono cose naturali. Anche se la verità è che gli estratti sono ottenuti con processi industriali facendo largo uso della chimica.

Non è il nostro mestiere fare dentifrici.

Ci sono cose a cui non conviene rinunciare. Una di queste è lo studio e la chimica che c’è dietro ad un dentifricio di qualità.


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P.S. Attenzione anche a alcuni dentifrici in commercio, quelli con consistenza argillosa, sabbiosa, con granuli e microgranuli e ad alcuni dentifrici che si definiscono sbiancanti. Rientrano anche loro nel calderone dei prodotti da evitare come la peste se si vuole mantenere l”integrità dello smalto dei denti.

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